Insomma, è in corso una vacanza “forzata” che è scivolata su noi genitori e ha impattato su ciascuno in modo diverso.
Mi sono ritrovata a porre questa domanda a me stessa in questa settimana, durante la quale ogni cosa che accadeva – lavorativa e non – nella mia testa era ricondotta al fatto di essere mamma. Così mi sono detta, “ma se ti chiedessero cosa fai nella vita...risponderesti la mamma?”. Sì, risponderei così.
Cosa accade a una mamma quando – incredibilmente – dorme per un’intera notte?
Un turbine di emozioni indescrivibili!
Prima tra tutte l’incredulità, risvegliandoti di soprassalto, ancor prima di capire cosa è successo, un pensiero ti sconvolge: “Sono davvero le sei e nessuno si è fatto sentire!!!”.
Mio figlio è straordinariamente normale. Ha impiegato appieno il tempo necessario per ogni crescita, senza ascoltare nessuno, eccetto se stesso. Anche per nascere si è preso il suo tempo, arrivando giusto al termine
Che poi cos’è un abbraccio? Per me un luogo, uno spazio e un tempo dove fondersi, perdersi e poi ritrovarsi. Dove ci si trova con l’altro e sì, si ritrova anche se stessi...soprattutto tra le braccia di un bambino: si torna bambini tra quelle piccole braccia che ti stringono davvero, in quello stringerti e abbandonarsi su di te, pieni di fiducia. Abbracciano con tutto il corpo, loro.
Non avevo “paura” del parto, mi appellavo al fatto che tutti ci passano (madri, figli e figlie) quindi la cosa doveva essere “fattibile”, e se c’è chi di figli arriva ad averne più di uno...doveva essere vero che “l’è un mal desmentegon” (lingua veneta docet).
La mia paura era legata al dopo, a quella vita che mi sarebbe stata affidata.
Sarei stata all’altezza?
Forse è questa la parte più complessa di questo “lavoro”, che non è una professione, ma sicuramente è uno stile di vita. Esserci, il genitore dovrebbe esserci, e la mamma sarebbe meglio se ci fosse “sempre”.
...ancor prima di diventare mamme, perché già da quel momento si è in “ritardo” – a detta di altri – nell’intraprendere quel viaggio. Poi magari si è in ritardo sulla data di nascita e poi si è sempre un quadro d’ora in ritardo per i primi sei mesi, perché anche quando ti organizzi per partire in anticipo...il tuo piccolo avrà fame o farà cacca proprio nel momento di uscire.
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